Alessandro Butticé

Un pensiero in libertá sull’intervento di Mario Draghi a Rimini

23 Agosto, 2025

Nonostante alcuni prevedibili titoli mediatici di pancia o ironici, che ne hanno distorto il messaggio, Mario Draghi al Meeting 2025 di Rimini ha riaffermato con forza il valore dell’unità europea (al quale non c’è alternativa di sopravvivenza), invitando a rafforzare l’integrazione per evitare che i sovranismi riportino i singoli Stati a una fragilità ancora maggiore di fronte alle grandi potenze.

Ha avvertito con forza che l’Europa costruita nel Dopoguerra non è più sufficiente per fronteggiare le realtá attuali. Dobbiamo, e molto rapidamente, cambiare passo.

Ed è proprio qui che nasce una mia riflessione: se l’Europa fatica a fare passi avanti, superando ad esempio il  voto all’unanimitá per materie chiavi, la responsabilità ricade sui governi nazionali (di qualunque colore), troppo piegati alle pance degli elettori, e sui media, che finiscono per rincorrere quelle dei lettori invece di guidare un dibattito serio e lungimirante, basato sulla realtá. Come ha fatto ieri Draghi.

L’Europa delle pance elettorali, dovrá fare i conti, non solo con Putin e Trump, ma col gigante cinese, che è una vera tecnocrazia, perché il potere politico è fortemente intrecciato con competenze tecniche e scientifiche di altissimo livello. Gran parte della leadership cinese proviene da percorsi ingegneristici o tecnici e le decisioni di governo, ancorché politiche, si basano su pianificazione strategica, dati e controllo tecnologico della società.

In Europa (e soprattutto in Italia) possiamo dire che sia la stessa cosa? Fatta eccezione di giganti come Mario Draghi. Che, nemo propheta in patria, sappiamo bene come sia stato sbeffeggiato da tanti tuttologi quando invitava a fare i compiti a casa. Che generazioni di svogliati e viziati alunni, addormentati su regali ricevuti dalle vecchie generazioni, non vogliono fare. Pretendendo l’acronistico “sei politico” del reddito di cittadinanza.

Consiglio davvero di ascoltare ogni parola del discorso di Mario Draghi, non molto diverso da quanto detto nel suo rapporto sulla compétitivité Ue dello scorso anno (che mi chiedo chi, tra i tanti che ne parla o, abbia sinora letto. Chi voles se leggerlo, lo troverà a questo Link). Perchè non è fatto di proiettili contro la Croce Rossa brusselese, sulla quale tutti sono capaci di sparare (utilizzando argomenti come le dimensioni delle vongole, o la curvatura dei cetrioli, o limitandosi a ripetere che l’erba é verde ed il Cielo Blu). Senza accorgersi di spararsi sui piedi.

Perché Bruxelles oggi non é più guidata dalla vecchia tecnocrazia che un tempo funzionava (come quella cinese) ma dai governi nazionali, guidati a loro volta dalle pance e dai mutevoli umori degli elettori dell’”uno vale uno”, e dei lettori dei media che li sostengo o li acquistano.

E dovremmo tutti, a cominciare da me ovviamente, ascoltando Mario Draghi, farci un grosso esame di coscienza.