Eurocomunicazione, 28 settembre 2025
Garantismo e tutela dell’indipendenza dei parlamentari sì, impunità no: il Parlamento europeo non si nasconda dietro le sue responsabilità. In attesa del voto in plenaria previsto per ottobre, sulla richiesta di levata dell’immunità parlamentare ad Ilaria Salis, presentata dall’Ungheria, una chiara presa di posizione del Segretario di FI, unico partito italiano del PPE che rappresenterà l’ago della bilancia al voto.
Il voto di martedì 23 settembre della Commissione giuridica (JURI) del Parlamento europeo – che per 13 voti a 12 si è espressa contro la levata dell’immunità di Ilaria Salis, anche con il concorso del gruppo PPE, del quale, per l’Italia, fa parte FI – ha creato malumori interni e acceso il dibattito. A chiarire la linea della componente italiana del PPE, è intervenuto venerdì Antonio Tajani, che da Telese ha dichiarato senza esitazioni: «Noi combatteremo per la revoca dell’immunità. Quindi voteremo per la revoca, perché i reati sono stati commessi prima di diventare europarlamentare. Noi siamo garantisti sempre, ma proprio perché siamo garantisti rispettiamo le regole» .

Questo processo “si ha da fare”.
Come sostengo da tempo, il garantismo, come le immunità parlamentari a garanzia dell’indipendenza dei nostri rappresentanti da qualunque condizionamento esterno, anche giudiziario, non sono alternativi allo Stato di diritto europeo. Ne sono parte integrante.
E se la signora Salis ritenesse lesi i suoi diritti fondamentali da parte del governo o dalla giustizia ungherese, proprio grazie a quello Stato di diritto (che prima ha violato ed ora invoca), avrebbe la possibilità di adire la Corte europea dei diritti dell’uomo. Che si trova a Strasburgo, non a Budapest. Ma prima deve accettare di «difendersi nel processo, e non dal processo». Come andava di moda dire per altri imputati eccellenti.

Visit of the Prime Minister of the Netherlands – Press point
Ecco perché il processo «si ha da fare». Con tutte le garanzie legali, difensive, ed il controllo dell’opinione pubblica, dei quali Ilaria Salis potrà beneficiare. A differenza di tantissimi altri imputati italiani detenuti in attesa di giudizio nel resto del mondo (come il Venezuela), ma anche in Italia.
Il parlamento europeo deve ottenere un processo a piede libero
Già in mio articolo di agosto, avevo sostenuto che il Parlamento europeo, pur autorizzando la levata dell’immunità, potrebbe e dovrebbe pretendere che il processo si svolga a piede libero. Non vedo infatti alcuna necessità di misure cautelari in carcere prima di un’eventuale condanna. Lo stesso valeva, lo dissi allora e lo ripeto oggi, per la vicepresidente socialista greca Eva Kaili nel caso Qatargate.
L’habeas corpus resta un pilastro dello Stato di diritto Ue. Italia e Belgio – che in casi recenti non hanno brillato per il rispetto delle garanzie e della presunzione di non colpevolezza – non possono oggi permettersi di impartire troppe lezioni, persino all’Ungheria di Viktor Orbán.
Per costringere Orban al rispetto del diritto Ue vi sono altri strumenti
È bene essere chiari: se l’obiettivo politico è quello di costringere Orbán al pieno rispetto del diritto Ue, o persino di cacciarlo dall’Unione, non è certo sul caso Salis che si può combattere questa battaglia. Potrebbero esservi altri argomenti, altri strumenti, altre strategie politiche e giuridiche, senza mettere a rischio la credibilità delle Istituzioni Ue e del Parlamento europeo. Soprattutto, senza offrire un pessimo esempio a giovani violenti ed estremisti, che si potrebbero sentire giustificati, dallo stesso Parlamento europeo, a dare la caccia a martellate a persone che non la pensano come loro. E non solo occupare, impuniti, le proprietà altrui.

EP Plenary session – Council and Commission statements – Presentation of the programme of activities of the Hungarian Presidency
In gioco non è la libertà di Salis, ma la credibilità delle istituzioni Ue e della democrazia
In definitiva, la credibilità del Parlamento europeo non si misura sul proteggere o meno la signora Salis, bensì sulla capacità di conciliare eguaglianza dei cittadini davanti alla legge e garanzia dei diritti fondamentali della persona e dei rappresentanti del popolo.
Il garantismo e la tutela dell’immunità parlamentare, a difesa dell’indipendenza nella funzione di rappresentanza, non significano impunità. Significano assicurare che il processo ci sia. Che si svolga con tutte le garanzie difensive previste dallo stato di diritto Ue, e che non si abusi delle misure cautelari.
Solo così si potrà rafforzare, e non indebolire, la forza dello stato di diritto Ue. E, con esso, della stessa democrazia, oggi messa in crisi dalle autocrazie che governano il mondo.

